In arrivo la quinta rivoluzione industriale: umanocentrica, sostenibile e resiliente

  • Postato da: Simona D'orso

Dopo la prima rivoluzione industriale e le successive (tra cui quella che ha portato all’Industria 4.0 e al concetto alla base del Portale regionale Fabbrica Intelligente) arriva la quinta rivoluzione industriale: la Commissione Europea, infatti, ha presentato lo scorso gennaio un apposito documento “Industry 5.0 – Towards a sustainable, human-centric and resilient European industry” dal quale emergono due fattori chiave:

  1.  il benessere del lavoratore, che viene posto al centro del processo di produzione;
  2. l’utilizzo delle nuove tecnologie,  che è si finalizzato alla prosperità e alla crescita, ma nel rispetto dei limiti di produzione del pianeta (a tutela delle generazioni future).

Immaginata come una sorta di ri-umanizzazione dell’automazione, l’Industria 5.0 pone al centro del proprio interesse le persone che lavorano con robot e macchine intelligenti e studia il modo migliore per far lavorare gli esseri umani meglio e più velocemente, anche sfruttando le tecnologie avanzate quali l’Internet of Things e i big data. Tre i concetti chiave di questa neonata rivoluzione: umanocentricità, sostenibilità e resilienza.

La quinta rivoluzione industriale, infatti, dovrà, essere:

  • umanocentrica ponendo, prima di ogni altra cosa, le persone al centro dei processi di produzione. La tecnologia dovrà essere utilizzata a servizio della qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori, con un approccio più attento ai diritti fondamentali dell’uomo come la privacy, l’autonomia, la dignità umana;
  • sostenibile, ossia dovrà garantire i bisogni delle generazioni attuali ma avere un occhio di riguardo alle conseguenze per le generazioni future. Un’attenzione particolare, dunque, per il riciclo delle risorse naturali, l’ottimizzazione del consumo energetico e delle emissioni, lo sviluppo di processi circolari che riducano l’impatto ambientale delle attività anche grazie all’uso di apposite tecnologie innovative;
  • resiliente, ovvero capace di reagire ai cambiamenti improvvisi, anche traumatici, senza riportare conseguenze permanenti. La produzione, dovrà garantire alti livelli di continuità operativa e disaster recovery, ovvero avere una capacità produttiva adattabile e processi commerciali flessibili, in grado di garantire prodotti e/o servizi anche in caso di pandemie, catastrofi naturali, cambiamenti geopolitici.

 

Insomma, l’Industria 5.0, integrando ed estendendo di fatto l’Industria 4.0, punterà non solo sugli aspetti di matrice economica o tecnologica. Un’attenzione senza precedenti verrà data alla dimensione ambientale, a quella sociale e ai diritti fondamentali dell’essere umano.

Sarà il raggiungimento di una rivoluzione industriale sostenibile, per la prima volta realmente definita a “misura d’uomo”, dove l’obiettivo di Industria 4.0 – ovvero quello di interconnettere macchine, processi e sistemi  –  fa un ulteriore passo avanti verso efficienza e produttività perfezionando non solo il rapporto uomo-macchina, ma anche il rapporto dei primi due con l’ambiente circostante.

 

 

 

 

Autore: Simona D'orso