Dalle fabbriche connesse alle filiere connesse: oltre il paradigma dell’Industria 4.0

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Parlare di Industria 4.0 nel mondo del manifatturiero significa in primo luogo parlare di una fabbrica connessa, nella quale i dati assumono un ruolo centrale, dando la possibilità alle imprese di migliorare la propria efficienza ed efficacia grazie a un nuovo processo decisionale basato su un’accurata analisi delle informazioni.
Sono questi i temi al centro dell’incontro “Digital Transformation, Vantaggi e Opportunità della fabbrica connessa: parlano i casi d’uso”, organizzato dalle nostre testate Industry4business.it e Internet4things.it, in collaborazione con Siemens.

In apertura dei lavori, Andrea Bacchetti, CEO di IQConsulting e ricercatore dell’Università di Brescia, ha offerto una panoramica di scenario, partendo dai risultati della Ricerca sull’Industria 4.0 sviluppata dal Laboratorio RISE e sviluppato su un panel di 115 medie aziende del manifatturiero.

“L’industria 4.0 – ha spiegato – rappresenta un argomento gettonato che si compone di diversi moduli, come un grande puzzle. Fa parte di questo puzzle, naturalmente, una componente tecnologica importante, in costante evoluzione, che presuppone non solo la sussistenza di competenze verticali, ma anche la capacità e la possibilità di orientare i clienti verso le tecnologie stesse, utilizzandole come leve per la generazione di valore”.

Andrea Bacchetti, CEO di IQConsulting e ricercatore dell’Università di Brescia

Attenzione, però, raccomanda Bacchetti: “Se il percorso di trasformazione del manifatturiero viene affrontato dal solo punto di vista delle tecnologie, non si coglie appieno la portata del fenomeno. Bisogna adottare un approccio diverso, per comprendere come generare nuovo valore, identificare le competenze e il gap che ci sono negli organici e solo a quel punto si identificano le tecnologie digitali che abilitano realmente il processo di trasformazione”.

Le fabbriche connesse cambiano il manifatturiero

Pragmaticamente, tuttavia, Bacchetti riconosce come dall’indagine del RISE emerga chiaramente che questo tipo di percezione del fenomeno Industria 4.0 ancora non vi sia: “Nella metà del campione analizzato, questa percezione completa del fenomeno e delle opportunità non c’è ancora: in alcuni casi c’è una visione troppo technology-oriented, e in qualche caso il concetto viene associato esclusivamente al mondo dell’IT. La fase di divulgazione e sensibilizzazione delle opportunità è ancora aperta”.
Nella sua analisi, RISE ha ricondotto le imprese a quattro cluster principali:
Ritardatari: aziende ferme o che stanno lavorando su di una sola tecnologia, senza interventi su competenze ed organizzazione
Tech verticali: aziende che hanno implementato singole tecnologie non integrate tra di loro. Lavorano per silos e non hanno avviato un percorso di adeguamento di competenze ed organizzazione
Tech integrate: aziende che hanno implementato diverse tecnologie in modo integrato, ma non hanno ancora avviato un percorso di adeguamento di competenze ed organizzazione.
Super star: aziende che si muovono in maniera organica e hanno investito per ripensare la struttura organizzativa e lavorano sulle competenze delle persone che la popolano.

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