Comau: che cosa facciamo nel competence center Made e…

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di Marco Scotti ♦︎ Ennio Chiatante ci spiega perché l’azienda di automazione del gruppo Fca ha aderito all’ente guidato da Marco Taisch. E fa una carrellata sulle principali aree di innovazione in cui è attiva, dallo smart manufacturing agli esoscheletri e agli ultimi robot

«Quando il Mise lanciò i bandi per la costituzione dei competence center non abbiamo avuto dubbi e abbiamo deciso di aderire al Made di Milano, complice il fervore industriale che c’è nella città». Ennio Chiatante, Head of Digital Transformation Projects di Comau, ci spiega perché l’azienda – che fino ad oggi fa parte del gruppo Fca – abbia deciso di aderire al progetto di centro di competenze che è stato creato all’ombra del Politecnico di Milano. Il Made, cui hanno aderito 44 partner complessivi tra aziende (Siemens, Bosch, Brembo e Ibm), centri di ricerca, agenzie di selezione del personale e soggetti pubblici come l’Inail.

L’azienda torinese è stata tra i primi ad aderire al progetto anche per una “vicinanza” con il professor Marco Taisch del Politecnico meneghino, con cui ha collaborato anche su altri tavoli, come il summit trilaterale sull’industria 4.0 tra Italia, Francia e Germania. Comau figurava tra i rappresentanti manifatturieri del nostro Paese. «Riteniamo strategico – prosegue Chiatante – lo sviluppo e il rafforzamento dell’industria italiana che è composta principalmente da pmi. Solo così potremo evitare di perdere competitività rispetto all’Europa in generale, e in particolare rispetto alla Germania che si sta muovendo in modo significativo e importante. Abbiamo quindi deciso di inserire all’interno del Made i nostri prodotti più all’avanguardia: Aura, il robot collaborativoAgile 1500, il veicolo a guida autonoma; l’esoscheletro Mate; il robottino educativo e.Do».

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